Financial Risk Management: perché serve

Financial Risk Management: perché serve

Ecco di seguito l’articolo del nostro CEO Maurizio Castelli pubblicato nell’edizione di aprile 2021 di Risk e Insurance Management – RM News. Il tema è strategico: l’attualità del financial risk management e come integrarlo in strategie di Risk Management.
(fonte: https://anra.it/it/it/article/2841/rm-news-n-74)

Financial Risk Management: perché serve

Nell’attuale situazione di crisi sarà sempre più importante per le imprese di ogni dimensione gestire il proprio rischio finanziario, una garanzia in più per l’accesso al credito. L’imprenditore è spesso uomo di idee e di marketing, per la finanza è opportuno affidarsi a professionisti nel settore.

Senza mezzi termini: le aziende sono di fronte a una “mutazione genetica” del loro indebitamento. Non solo: la crisi che stiamo attraversando renderà più veloce il disimpegno del sistema bancario verso il mondo delle Pmi. Ecco perché diventa fondamentale la necessità per le imprese di gestire il rischio finanziario, ricercando nuove fonti. È già un obbligo normativo: con il nuovo “codice della crisi” entrato in vigore quest’anno, il legislatore chiede all’imprenditore di dotarsi di strumenti di pianificazione finanziaria. Ecco perché il Financial Risk Management non è più soltanto un’opzione.

UN MARE DI FONDI

Millenovecento miliardi di milioni di dollari: negli USA la nuova amministrazione democratica ha varato un colossale piano di aiuti per le aziende e i soggetti colpiti dalla pandemia. Nell’UE Bruxelles ha compiuto una scelta storica, quella di farsi carico di un indebitamento a livello europeo da distribuire nei singoli paesi membri attraverso il Recovery plan. Un mare di fondi per ridare liquidità alle imprese, sempre più spolpate dal “primo” lockdown e ora da nuove restrizioni. In questo “effluvio” di liquidità, certamente accolto a braccia aperte da tante aziende, si nasconde un rischio di primo piano: quando cesserà questa pioggia di crediti, cosa accadrà al debito che le aziende hanno comunque riclassificato? Per ora l’istinto di sopravvivenza indica la via maestra di consolidare il debito. Ma quando il barometro del meteo finanziario indicherà di nuovo il sereno e torneranno le normali dinamiche finanziarie, torneranno anche le altrettanto normali tensioni che possono condurre al default pesante.

CAMBIA LA BUSSOLA PER LE AZIENDE

Se cambia lo scenario della liquidità, cambia per le aziende in modo altrettanto profondo anche la “bussola” per tenere la rotta nella “nuova normalità”. L’innovativa riforma del diritto fallimentare afferma la centralità del rischio di liquidità (“cash flow risk”) e spinge gli imprenditori a ragionare al futuro, prevedendo, programmando e anticipando i flussi. Il nuovo comandamento è definire i modi per adempiere alle obbligazioni o comunque alle evenienze future. Il risk flow diventa centrale e moltiplica l’importanza del suo risk management È un salto quantico: non si guarda più agli indici patrimoniali per valutare la salute di un’azienda. Questo fa parte del passato. Il futuro dipende dalla capacità di pianificazione e di generare cassa, capitale circolante e rispondere agli obblighi. Di più: si salta da una visione statica, immobile, centrata sul patrimonio a una visione dinamica, dove l’azienda è un produttore di flussi di cassa. Come si può realizzare questo futuro? Con un’attenta e continua pianificazione. Sembra ancora più complicato quando l’incertezza offusca la capacità (e l’attendibilità) di fare previsioni. Ma qui i piani diventano a breve durata: mesi, se non settimane. Altro che “anni”. L’importante è continuare a pianificare. Anche se lo spazio della pianificazione si è enormemente ingrandito: il mercato è davvero globalizzato e ogni giorno i piani delle imprese devono adattarsi a una raffica di sollecitazioni, confronti, competizioni, che fino a pochi anni fa erano molto più esigui ed attutiti. Così, in una congiuntura così assurda come questa, ogni azienda ritorna a essere un po’ una “startup”, impegnata prima di tutto a rifinanziare il proprio capitale circolante prosciugato dalla crisi della pandemia. In questo “ringiovanimento” forzato c’è un reset di mentalità e strumenti che segna uno spartiacque con il passato.

IL FINANCIAL RISK MANAGEMENT DIVENTA FONDAMENTALE

Allora: l’obiettivo strategico è la difesa della liquidità aziendale. La liquidità aziendale è la risorsa che garantisce la gestione ottimale ed equilibrata della dinamica finanziaria (incassi e pagamenti), facendo fronte alle obbligazioni assunte e pertanto assicurando la continuità aziendale. Ma in pratica? Agli imprenditori e ai manager occorre un sistema integrato di misurazione della performance, del rischio di credito e di liquidità e di strumenti di mitigazione del rischio che garantisca il miglior equilibrio tra costi e rischi, tenuto conto degli obiettivi aziendali. Quindi il Risk Management ha come suo focus principale la gestione previsionale della tesoreria aziendale, ovvero il processo attraverso cui vengono determinati i flussi di cassa di entrata e uscita, ovvero la capacità dei flussi di cassa prospettici di far fronte alle obbligazioni esistenti e a quelle che si prevede sorgeranno. Non solo cash flow, ma anche credit risk management: la nuova finanza dovrà essere attivata solo dopo aver curato una preventiva e approfondita valutazione che dimostri la condizione di equilibrio dell’impresa e la concreta possibilità di ritorno alla normalità. La pianificazione economica e finanziaria resta un elemento irrinunciabile per l’imprenditore. La tesoreria viene monitorata attraverso due strumenti principali. Il primo è l’analisi degli scadenzari clienti e fornitori. L’obiettivo è determinare il fabbisogno finanziario, tipicamente di breve, legato alle scadenze delle partite contabilizzate. L’altro è la redazione di budget previsionali mensili, trimestrali, annuali. Ecco perché la redazione di budget previsionali con un orizzonte temporale di almeno 6-12 mesi assume un’importanza fondamentale per il monitoraggio dei flussi di cassa in ottica di continuità aziendale. In tal modo sarà possibile verificare l’adeguatezza dei flussi di cassa rispetto agli impegni aziendali, calcolare il DSCR e verificare l’equilibrio economico finanziario.

ANCHE L’IMPRENDITORE DEVE TRASFORMARSI

Le Pmi italiane non sono solo bilanci e prodotto, perché nascono da imprenditori. Hanno fatto la storia delle loro aziende, le hanno create dal nulla con visione e volontà. Ma ora, come si fa a centrare una mente individualistica, creativa e molto spesso nella posizione di leadership assoluta, e come si fa a incastrare l’imprenditore-socio unico-direttore nella funzione previsionale? Quando hai uomini di prodotto o uomini di marketing, è difficile che questi siano anche uomini di previsione. Il cambiamento è in atto e bisogna … farci i conti!

UN GRANDE ALLEATO

Il lieto fine (per ora) arriva dalla tecnologia: le tecnologie raccolgono tonnellate di dati traducibili facilmente in azioni. Prendere decisioni in tale contesto di iper-informazione è molto più “facile” che in passato. Il rischio di decidere in condizioni di scarsità di informazioni si è fortemente ridotto. Ma anche qui la differenza viene fatta dal profilo “culturale” dell’imprenditore, accerchiato dal bisogno di fare cassa oggi e di prevedere come farla domani. Il futuro non è mai stato così presente. Come ogni realtà, anche il Financial Risk Management è incredibilmente cambiato. In questo, ci sono nuove opportunità: Augustas Risk Services ha siglato una partnership strategica con la società specializzata Boardwalk per accompagnare le aziende ad accogliere queste opportunità – a cogliere il “lato buono del rischio”.

Maurizio Castelli
Ceo Augustas Risk Services Spa