La strategia per il rischio reputazionale

Rischio Reputazionale - Augustas Risk Services

La strategia per il rischio reputazionale

di Maurizio Castelli, CEO Augustas Risk Servicing

I social media moltiplicano il rischio reputazionale, diffondendo ad alta velocità crisi anche locali e, all’opposto, veicolando al proprio interno pseudo-notizie o non-notizie (le cosiddette “fake news”) che scatenano crisi con effetti anche reali. Il Risk Management può offrire piani di prevenzione e gestione delle crisi che fanno la differenza, per proteggere le aziende dai danni mediatici e aiutarle ad uscirne indenni.

IL RISCHIO REPUTAZIONALE CRESCE CON I SOCIAL MEDIA

La diffusione dei social media è in continua crescita. Ma non si può dire lo stesso del livello di “alfabetizzazione” dei loro utenti nella conoscenza delle meccaniche di questi moderni strumenti e soprattutto della loro responsabilizzazione sugli effetti che si possono generare da un uso senza regole di chat e commenti. Va inserito in questo quadro anche l’aumento dell’uso dei social media come risorsa per gli hacker per sferrare cyber-attacchi, “rubando” identità o veicolando contenuti inesatti, manomessi, falsi – “fake news”. Il rischio reputazionale come concetto non cambia, perché definisce sempre qualsiasi evento in grado di colpire un’azienda nella sua reputazione nei confronti di azionisti, stakeholder, fornitori, opinione pubblica, media, dipendenti – in modo da impattarne significativamente il valore agli occhi di questi e così rischiare di poterne compromettere gli obiettivi strategici, i risultati e la stessa sopravvivenza. Il reale cambiamento emerge laddove i social media fanno sì che una crisi reputazionale possa diffondersi ad una velocità, una frequenza e una capillarità decisamente maggiore che in passato. Il risultato finale è che la dimensione del danno d’immagine è in crescita ed è sempre più rilevante. Insomma, il rischio reputazionale non cambia come concetto bensì come intensità, perché, tra i pericoli che funzionano da “trigger”, i social media occupano una posizione di primo piano.

L’INCERTEZZA DEL RISCHIO REPUTAZIONALE

È fondamentale effettuare una mappatura del rischio reputazionale per capire anzitutto quanto un’azienda sia vulnerabile da un punto di vista intrinseco e quali siano i fattori scatenanti. Tuttavia quantificare il rischio reputazionale è molto complesso e a tutt’oggi non è stata ancora individuata una soluzione univoca e definitiva. Questo significa che non esistono neppure soluzioni assicurative onnicomprensive, proprio perché non esiste una misurazione standard e accettata di questo valore – anche se è chiaro a tutti che una grossa crisi reputazionale possa condurre fino al fallimento di un’azienda. Allora quale può essere la soluzione?

LA STRATEGIA MODELLO PER IL RISCHIO REPUTAZIONALE

Di fronte a questo scenario di incertezza, per un’azienda è fondamentale seguire una strategia con livelli che seguono un’intensità crescente di rischio reputazionale, dalla sua individuazione fino alla sua esplosione in crisi vera e propria:

  1. individuare e circoscrivere il rischio stesso;
  2. effettuare una mappatura per ottenere parametri oggettivi con cui valutare quel rischio, per profilare in modo più concreto la sua rilevanza;
  3. predisporre una serie di strumenti di prevenzione (ad esempio redigere delle linee guida per spiegare ai dipendenti di un’azienda come devono usare i loro social media personali quando parlano del proprio ambiente di lavoro);
  4. dotarsi di strumenti appositi per il contenimento di una crisi in atto, come un piano di comunicazione di crisi e, logicamente, una serie di attività di formazione per saper usare quegli strumenti nel miglior modo.

Se una crisi reputazionale non venisse gestita in modo comunicativamente efficace nelle prime ore successive all’evento scatenante, questo potrebbe portare a conseguenze anche catastrofiche. Non significa eliminare la crisi. Significa invece contenerla, gestirla con una serie di azioni di protezione dalle conseguenze di un’azione di crisi con l’obiettivo di impedire che travolga l’azienda.

Alla fine la resilienza è la parola chiave: il Risk Management applicato al rischio, non solo reputazionale, lavora per consentire all’azienda, anche in caso di crisi profonda, di riprendere un nuovo stato di sostenibilità e di crescita duratura nel tempo. Anche su questo versante, il Risk Servicing di Augustas si conferma in linea con l’evoluzione dei tempi, perché è pronto ad offrire soluzioni di prevenzione e protezione delle aziende, anche con focus specifici per analizzare e valutare il rischio reputazionale.

 

(fonte: RM News – risk management news – N. 65 Ottobre 2019)